sabato 7 settembre 2013

il mio Contributo alla pagina TUTTI A TRANS CON NICOLONE BERTI

Ieri sono andato a dormire leggendo il Nickipedia con le pagelle dei grandi goleador della patonza, tra l'imbarazzante ciuffo di Beppe Signori e Luca Toni, che comunque si è salvato in calcio d'angolo con quella resucita morti di Marta Cecchetto. Da un pò di tempo questa è la mia buonanotte: mi leggo un pezzo dalla pagina del Nicolone. Poi, riflettendo sulla paritita della nazionale contro la Bulgaria, visti i giocatori, le acconciature, osservandoli mentre a fine partita si tolgono le maglie e a me sembrano tanti petti di pollo, depilati e tatuati pure sui lobi, ho pensato "Gli anni '80 e '90 sono finiti, abbiamo un sacco di perle da raccontarci, ma poi? Quando le avremomfinite, cosa faremo? Passeremo agli anni '00?!".

No! Giammai. Preferisco vivere ascoltando in loop le stesse storie piuttosto che parlare di creste e Neymar. E allora tiro fuori il mio World Cup Panini Collection 1970-1998, e appena lo apro mi si ungono i capelli, ricoperti da 5 cm di gelatina Gomgel, e sento già l'ignoranza scorrermi nelle vene.

Nella nostra nazionale in difesa avevamo gente del calibro di Franco "Gullit" Baresi e Riccardo Ferri. Entrambi detentori del record di autogol. Zaccardo non illuderti, non sarai mai come loro.

L'Argentina aveva Maradona e Abel Balbo. I due in comune avevano solo il riccio dei capelli, e la forfora. Anche se forse quella roba bianca sulla testa del pibe de oro non era forfora ma il PIL della Bolivia.

C'era poi la squadra dell'Ex Unione Sovietica. A bordo panchina al posto delle borracce di Energade avevano molotov caricate a vodka. E le bevevano lanciandosele addosso.

Della squadra della Romania non posso parlare. Gheorghe Hagi mi ha giá ucciso due cani e annegato un pesce.

Queste erano alcune super star del girone A e B. Magari tra qualche giorno sfoglio anche girone C e D. Adesso non posso andare oltre, in macchina mi aspetta Carmen Russo con i preliminari già fatti. Vedrete tutto. Enzo paolo Turchi ci filma da dietro la porta...

giovedì 5 settembre 2013

Avevo 4 anni, a saperlo, mi sarei allenato di più.

I videogiochi influenzano la realtà e la crescita dei bambini? Boh, non lo so, può essere.  Non sono un grande fan dei videogames. Anche se con questa moda del fluo, ieri mi ha attraversato la strada una tizia vestita tutta di giallo fluo, seguita da tre amiche sue vestite da blu fluo, rosso fluo e verde fluo. Mancavano solo dei pallini gialli per terra e sarebbe sembrato pac man nella vita vera, quindi si, forse qualcuno si lascia influenzare. Ma al contrario funziona? Noi influenziamo i video game? Sicuramente si. Da qualcosa dovranno trarre ispirazione. Voglio dire una archeologa  mezza velina e mezza bonazza, armata come robocop, in shorts e canottiera e con  2 tette enormi che assomigli a lara croft sicuramente esiste. 
Ma quello che mi balenava in testa è: ci sono giochi che non centrano niente con la vita reale che però poi a pensarci bene somigliano alla vita reale. No non sto pensando ai pokemon anche se ho un amico che soffre di aerofagia e non lo distingueresti da Charmender quando sputa le fiamme
Bisogna andare molto lontano sia come evoluzione di grafica sia se invece parliamo di data di uscita del gioco a cui sto pensando. Bisogna tornare bambini, qualcuno forse anche spermatozoo. 
Io pensavo al tetris.

Cosa è il tetris. Tu hai il tuo spazio vuoto, ne puoi fare ciò che vuoi. O almeno credi. Ma non hai neanche il tempo di pensare a come arredarlo, cosa farne, se organizzare una grigliata o una partita di lupus in tabula che cominciano ad arrivarti delle cose, che invadono il tuo spazio. Simili per costruzione ma comunque diverse, e se le usi bene, sfruttandole al massimo del loro potenziale, ti fanno andare avanti senza problemi. Se invece sei superficiale sti cosi invadono il tuo spazio, lasciando dei buchi che non puoi riempire e che ogni volta che li vedi ti sale un embolo, e ti incasinano tutto. E tu impieghi il tuo tempo a cercare di vivere la tua vita, perchè alla fine nei videogame uno ha le vite, beh insomma cerchi di prolungare al massimo la tua vita facendo tutto in maniera ordinata così non arrivi con l'acqua alla gola. E poi hai quella musichetta, (se non la ricordi clicca qui) ritmata al punto giusto, fai quello che devi fare senza fiato sul collo e vai avanti e più sei bravo e più vai avanti, e più quella musichetta diventa incalzante e sai che se sta suonando cosi è perchè sta per finire il tempo, te ne resta poco. E arrivi ad un certo punto che cerchi di fare tutto il più in fretta possibile prima che finisca il tempo e perdi la vita.
La Vita?
Effettivamente se ci pensate bene, visto così, a me il tetris mi sembra liberamente ispirato alla vita vera. E i cosi che cadono non sono altro che le persone che incontri, le cose che fai, le tue scelte e le cose che non scegli. A volte fai le scelte giuste, a volte sbagliate, a volte ne fai una sbagliata però subito dopo ne fai una giusta piazzata nel posto giusto e quelle due si compensano. Ma la difficoltà non è solo dove la metti, ma sopratutto cosa ti capita.

Il quadrato è comodo. Come lo giri e giri a lui non glie ne frega niente. Un pò come il sopra del pigiama di inverno e fa un freddo cane e state morendo di sonno e state facendo petting con il piumone da almeno tre quarti d'ora, capita che ve lo mettete al contrario per la fretta, però "oh, fanculo, lo tengo al contrario tanto devo dormire e sono da solo" (questo vale solo se non vi vede vostra madre che potrebbe dire " e se muori nel sonno e ti trovano con il pigiama al contrario cosa devono pensare le persone?"
Vabbè insomma il quadrato è abbastanza liscio. lo giri e lo smonti, li è, sempre uguale. D'altronde anche Pitagora diceva che "il quadrato costruito su un quadrato forma un rettangolo" e quindi...
Poi c'è la T, che non è una T, è una T nana. A me la T mi esaltava, perchè era complicata però ogni tanto si creava un buco giusto giusto per la T e quando la mettevi li nel posto corretto io mi sentivo come Arnold Schwazenegger in "atto di forza" quando metteva la sua mano nel'impronta dove c'erano solo 4 dita. La potenza.

La T nella vita reale la paragonerei a quelle cose per cui lotti, ci costruisci tante cose attorno, anche con difficoltà. E quando ci riesci sei soddisfatto. evviva la T

Poi ci sono le L. quelle mi sono state sempre un po' sul culo. Perchè un posto adatto non lo avevano quasi mai. Difficilmente ti svoltavano la partita, però c'erano e te le prendevi: sono le cose che ti capitano, indipendentemente dal tuo volere, però non danno troppo fastidio. E' tipo quando piove a pasquetta. Piove per tutti. Amen.
E poi ci sono le I. A dir la verità ne cadevano proprio poche. Però se arrivavano nel momento giusto ti svoltavano. Potevano liberarti 5 piani del tuo spazio. Sono gli amici, una fidanzata, i tuoi genitori. Quando meno te lo aspetti, la svolta. hip hip urrà per le I.

Le ho lasciate per ultime, mentre scrivevo ci pensavo e già mi usciva il sangue dal naso.
Le Z. Minchia le Z. un dito nell'occhio. le zeta erano i merdoni. Sopratutto in orizzontale, incastrarli era quasi impossibile. E quando riuscivi a piazzarle comunque ti creavano un altro gradino, e li dovevi diventare Brunelleschi, dovevi incastrare, scolpire uno spazio per allisciare tutti quei gradini. Le Z, prima o poi arrivano, a volte da sole, a volte una dietro l'altra. Sono le cose brutte. le perdite, i litigi. Arrivano a tutti, anche quando meno te lo aspetti, e ti sconvolgono tutto, ti creano i buchi e ti tolgono spazio.
E' li che che il tetris sembra molto simile alla nostra vita. Non puoi spegnere e ricominciare però. Devi andare avanti.
E se agli altri pezzi li hai trattati bene, probabilmente prima o poi arrivano. 
E ti riempiono i buchi.